ASCOLTARE è il primo verbo di approccio medico-paziente: ciò che il paziente riferisce al medico non è soltanto un elenco di sintomi (comunque importante e significativo) ma anche una storia personale che può offrire elementi e indizi essenziali e che crea connessione tra professionista e paziente.
Raccogliere i dati anamnestici infatti vuol dire tracciare un quadro di conoscenza della persona e poter mettere in relazione condizioni, disturbi, eventi.
VISITARE è il secondo verbo fondamentale del rapporto medico-paziente: si dice determinante per inquadrare il caso clinico, e in effetti lo è, ma credo sia innanzi tutto il momento in cui io medico mi accosto alla persona, tocco, verifico, prendo visione diretta. Si tratta di un momento delicato e intenso cui dedicare sempre molta attenzione. Ogni dettaglio può offrire indicazioni utili.
INDAGARE significa approfondire, cercare e collegare aspetti e fattori, misurare, scavare, accertare. Analisi e esami strumentali offrono infatti risultati che vanno ben oltre l’intuizione, la vista, ciò che può essere captato con anamnesi e visita. Sono i grandi alleati con i quali il medico riesce a mettere a fuoco la situazione specifica.
DIAGNOSTICARE vuol dire individuare la malattia, la condizione patologica. È il momento finale dell’esame e il momento iniziale della cura: si può affrontare solo ciò che è noto e determinato! Alla diagnosi il medico arriva appunto mettendo insieme ciò che deriva dall’anamnesi, dalla visita, dall’esito degli esami.
Dobbiamo riflettere e ampliare bene questi concetti per renderci conto che parliamo di un percorso. Un percorso che il paziente e il medico compiono di fronte a malesseri di vario genere ed entità, alle situazioni in cui la persona si sente “fuori forma”, al desiderio di migliorare le condizioni di salute.
In molti casi, prima o più di dolori, difficoltà, limiti, le persone avvertono un disagio.
Qualcosa che non corrisponde a una malattia ma a un limite al benessere, una realtà non soddisfacente.
Spesso la MEDICINA ESTETICA incontra queste dimensioni. Dimensioni nelle quali la richiesta della persona sembra unicamente concentrata sull’aspetto esteriore. Vi è naturalmente libertà di ricerca di interventi di medicina estetica che giovino all’immagine ma ciò non significa trascurare quel percorso di cui abbiamo parlato. Nel mio studio non prendo in cura una bocca o parti di un corpo, ma persone. Persone intere con una storia unica.
Compio quel cammino accanto a ciascuna persona. Soltanto così posso suggerire le soluzioni più adeguate ed efficaci, soltanto così posso contemperare salute e bellezza, soltanto così posso dare attenzione a quella vita del tutto esclusiva.
Questa è poi la sintesi del BellEssere e di quella Favola di Vita che ognuno può raggiungere e vivere con le scelte giuste per sé!
E questo, del resto, è anche il modo con cui la professionalità del medico estetico propone ed esegue i giusti trattamenti in una logica seria e mirata.