È la Medicina che deve adattarsi all’uomo e non viceversa. Essere Medici è prendersi cura dell’essere umano nella sua interezza.
Durante le festività natalizie appena trascorse ho scelto di fare a mia nipote Valentina un regalo speciale. Qualcosa che per me ha un valore immenso: la mia feluca goliardica rossa della laurea in Medicina e Chirurgia. Un simbolo che ho voluto trasmettere a lei, giovane ed entusiasta matricola, per consegnarle un’ispirazione, una storia, una riflessione che spero l’accompagni durante gli studi e poi nell’esercizio della professione.
La mia Medicina è proprio quello che esprimo in questi pensieri dedicati a Valentina. Pensieri di impegno e responsabilità per il benessere complessivo della persona, in scienza e coscienza, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità.
Cara Valentina,
“Ti lascio il dono
Ti tolgo il peso”
È questo il senso vero nel passaggio del testimone legato al regalo della mia feluca rossa, emblema della facoltà di Medicina e Chirurgia, a te e al tuo futuro.
Con questo gesto ti affido non solo un simbolo, ma una parte della mia storia. La feluca rappresenta un cammino, fatto di sfide, sacrifici, ma anche di trionfi e scoperte. È il simbolo di una scelta importante, quella di dedicarsi agli altri con impegno, passione e umanità.
Nel lasciartela, desidero trasmetterti tutto il suo valore positivo: la forza, la conoscenza, la gioia delle conquiste, la determinazione a non mollare mai. Al tempo stesso, voglio alleggerire il tuo cammino, lasciando dietro di me le difficoltà, le paure, i dubbi che appartengono al passato.
Essere medici, per me, significa molto più che curare un corpo: è prendersi cura dell’essere umano nella sua totalità, ascoltarne la storia, capirne l’essenza. È adattare la medicina all’uomo e non viceversa, utilizzando ogni strumento, ogni conoscenza, ogni intuizione, senza mai dimenticare che al centro c’è la persona, con i suoi bisogni, le sue emozioni e la sua unicità.
Noi medici siamo un po’ sciamani: uniamo la scienza e la tecnica alla sensibilità di chi sa guardare oltre, verso l’anima, verso il senso profondo della cura. Ti auguro di diventare un medico che abbraccia questa visione, che sa ascoltare e vedere davvero chi ha davanti, che utilizza la medicina in tutti i suoi aspetti per restituire benessere e dignità a chi si affida a te.
Porta questa feluca con fierezza e ricorda che, in questo viaggio, non sei mai sola: la tua storia inizia ora, ma fa parte di una tradizione di medici che credono nella forza del bene e nella cura dell’anima, oltre che del corpo.
Con tutto il mio affetto e la mia stima,
Zia Michela
Medico -Sciamano
Al di là dell’emozione che ha caratterizzato questo piccolo rito di affetto e connessione tra zia e nipote, tra Medico e futuro medico, tra una generazione e un’altra, per me è stata una bella occasione per ribadire che della grande umiltà, competenza, passione, etica, noi Medici dovremmo avere sempre memoria. La forza del bene, la cura del corpo e dell’anima, sono vocazione e direzione da rispettare con generosità, determinazione, consapevolezza.
Questa è la mia ricchezza più preziosa. Questa è la mia Favola di Vita.